Il 28 Ottobre 1933 fu aperto al traffico il “Cavalcavia“
del Comune di Casalecchio di Reno, opera di grande importanza per i miglioramenti della viabilità su strada e rotaia grazie ad essa infatti veniva velocizzato un tratto di strada caratterizzato dalla confluenza della strada provinciale n° 596 detta Bazzanese con la strada statale n° 64 detta Porrettana.
Negli anni immediatamente successivi a questo mutamento nel tessuto della viabilità urbana fu costruito, nell’area prospiciente tale incrocio, uno stabile e nella primavera del 1937 Adelmo Biagi insieme ai suoi famigliari, la moglie Maria, il figlio Ivano e la figlia Iride, vi prese in gestione quello che allora si presentava come un bar con annessa la cucina per la preparazione di eventuali piatti caldi.
Il “Ristorante Biagi”
si caratterizzò subito come tipico e specializzato nella tradizionale cucina Bolognese, cosa per altro assai comune all’epoca, e come frequentato punto d’incontro dei Bolognesi che venivano a fare scampagnate al Lido di Casalecchio e sulle colline dei dintorni, come confermano oggi anche i vecchi Casalecchiesi. Fin dai primi tempi il ristorante fu meta consueta anche di tutta la buona società bolognese che ritrovava, e ha ritrovato fino al 11-10-1999, fra le sue mura la genuina atmosfera dei caratteristici ristoranti petroniani e i piatti classici della cucina locale. Anche molti dei viaggiatori e turisti di passaggio per Casalecchio per rifocillarsi e per stabilire proficui incontri soprattutto d’affari.
Negli anni di guerra il locale rimane aperto, ad eccezione di un breve periodo durante i bombardamenti a tappeto del 1945, e in esso si alternano fra gli altri come avventori anche gli ufficiali tedeschi prima e quelli anglo-americani poi, cosa che consente al ristorante e alle due piccole sale, una a lato del bar e l’altra sul retro, di dare un notevole impulso all’elemento tradizionale della cucina già allora molto apprezzato dagli stranieri.
Terminata la guerra “Biagi” proseguì la sua attività con sempre maggiore risonanza, infatti sono questi gli anni in cui il locale veniva frequentato da numerosi ciclisti all’epoca veri idoli, quali Gino Bartali, Fausto Coppi, Fiorenzo Magni, Benito Lorenzi detto Veleno, nonchè da altri famosi sportivi quali Manuel Fangio, Zeno Colò e numerose personalità del mondo politico e culturale, di cui le molte e affettuose testimonianze di saluto sono andate in parte perdute, che quando transitavano nelle vicinanze non dimenticavano di fare tappa da “Biagi”.
E’ nel periodo compreso fra il 1960 e l’inizio degli anni ’70 che vi sono il maggior numero di mutamenti nell’organico del ristorante: Iride sposandosi lascia l’attività, Ivano si sposa a sua volta con Dina Carboni, attuale chef, e poi Adelmo e Maria si ritirano e la gestione a tutti gli effetti nelle mani di Ivano. Di questi anni, per la precisione nel 1967, anche l’apertura del tronco autostradale Bologna-Firenze che arricchisce ulteriormente la tipologia d’afflusso della clientela soprattutto di amatori e di gourmets.
Pertanto Dina e Ivano decidono di potenziare ulteriormente la cucina tipicamente bolognese portandola a livelli di altissima qualità. In essa è prevista, fra gli altri piatti, la caparbia produzione di minuscoli tortellini, secondo la più antica tradizione, da cuocere in brodo. Tortellini che per le loro dimensioni e per la loro fragranza sono diventati ormai famosi in tutto il mondo e costituiscono uno dei “miti” del Ristorante Biagi, come confermano le continue richieste di prenotazioni provenienti non solo da ogni parte d’Italia ed Europa, ma anche dall’America e dal Giappone. E come attestano gli innumerevoli servizi giornalistici apparsi sui giornali di mezzo mondo. Senza poi contare le trasmissioni televisive dedicate al ristorante o che hanno avuto come protagonisti i suoi titolari, Ivano e Dina, chiamati a più riprese a partecipare ad importanti programmi e manifestazioni quali ambasciatori e depositari dei valori dell’autentica cucina bolognese.
Ai primi anni ‘90 nell’azienda sono inseriti anche i figli, Simona e Fabio,
che assieme ai genitori si concentrano nell’ulteriore miglioramento qualitativo dei piatti pur nella salvaguardia della tradizione culinaria e dell’atmosfera del locale: la sua disposizione, gli arredi e il cibo divengono quasi un tutto unico inscindibile.
E i clienti, che lo frequentavano bambini, ritornandovi a distanza di anni ormai adulti, immediatamente ritrovano le emozioni e l’atmosfera di un tempo in un locale dove pare che il tempo si sia fermato.
In questi ultimi trenta anni la notorietà del ristorante è cresciuta di pari passo con i numerosi riconoscimenti che ha ricevuto. Fra i quali:
il “Dionisio dell’Ospitalità” della Federazione Italiana Pubblici Esercizi assegnato il 20/11/73 ad Adelmo Biagi e poi il 29/04/1983 ad Ivano Biagi,
il “Tortellino d’ ORO” assegnato nel 1972 da una commissione presieduta da Alessandro Cervellati,
il premio “Artefici del lavoro italiano nel mondo” assegnato in Campidoglio a Roma in occasione del trentennale della Repubblica Italiana, 1946-1976,
il Cavalierato della Repubblica Italiana assegnato ad Ivano Biagi per la sua attività il 2 giugno 1981 durante la presidenza di Sandro Pertini,
il riconoscimento da parte del Comune di Casalecchio di Reno del 1 maggio 1994 per i 57 anni di conduzione dell’attività familiare ad Ivano Biagi
e quello dell’Associazione dei Commercianti, degli Operatori Turistici e dei Servizi della Provincia di Bologna per i 50 anni di vita e lavoro associativo.
E per ultimo, ma solo in ordine di tempo, il Comune di Casalecchio di Reno ha deciso di intitolare a “Biagi” sulle carte topografiche e toponomastiche l’incrocio stradale davanti al ristorante, poiché a parere di tutti è l’unico modo per capire di quale luogo si stia parlando in modo inequivocabile.
Sempre più numerosa è poi divenuta la frequentazione del ristorante da parte di celebrità del mondo della cultura, dello sport, dello spettacolo, delle istituzioni e della vita politica che seguendo una moda ancor oggi in voga con piacere e simpatia hanno lasciato brevi dediche e talvolta fotografie.
Alcuni di essi poi, uno per tutti, Gianni Brera, che da “Biagi” aveva per così dire una seconda casa, hanno accresciuto ulteriormente la notorietà del ristorante, che oggi va ben oltre i confini nazionali, citandolo su riviste e giornali sia specializzati nell’ambito culinario che in quello informativo.
Fra gli avventori più fedeli è doveroso ricordare Pio Manzù, Minguzzi, Giulietta Masina e Federico Fellini, che per parecchio tempo si provò di convincere l’Ivano Biagi a recitare la parte dell’oste da prima ne “La nave va” e poi ne “La voce della luna”, Franca Rame, Dario Fo, e poi Federico Zeri, Stephen Pepper, Carlo Bozzoli e uomini politici quali Achille Ochetto, Nicola Mancino, Claudio Petruccioli, Aureliana Alberici, Sergio Sabatini. Non mancano anche le illustri personalità del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo da Luciano Tajoli a Narcisio Parigi, da Vasco Rossi a Riccardo Cocciante, da Eddie Merckx a Nino Benvenuti, da Gianni Morandi a Renzo Arbore, da Vittorio Gassman a Roberto Benigni, da Nereo Rocco ad Alfredo Martini, da Giancarlo Giannini a Gigliola Franzoni, e tanti altri ancora. E poi giornalisti sportivi e non, quali Ezio Zermiani, Paolo Frajese, Osvaldo Bevilacqua, Italo Cucci, Giuseppe Castagnoli, Mino Damato.
E da ultimo Gad Lerner che assieme a Nancy Brilli nel corso della trasmissione Format trasmessa su Rai Tre il 6 febbraio 1998 alle ore 23,25 nomina più volte il Ristorante Biagi decantandone la cucina e i celebri tortellini ed esprimendo il desiderio di assaporarli.
Alla fine del 1999 in seguito ad un contenzioso giuridico nato da una speculazione edilizia fummo costretti a lasciare la sede storica di casalecchio di reno spostando il ristorante nel centro della città di bologna, in via della grada.
L’attività e’ proseguita mantenendo immutata la sostanza e rimanendo fortemente legata alla tradizione bolognese e ha continuato a collezionare altri importanti riconoscimenti.
Uno fra tutti e’ il “sole di veronelli” consegnato a venezia presso la fondazione “peggy guggenheim” direttamente dalle mani dio vittorio sgarbi nel 2001. Dopo alcuni anni vissuti in un locale dalla forma elegante e raffinata, abbiamo sentito la necessita’, sia nostra sia del mercato, di fare un cambiamento ovvero di ritornare alle origini e di indossare nuovamente la veste di ristorantino – osteria sempre rispettando la tipicita’ bolognese.
Da qui la scelta nel 2005 di trasferirci in via savenella presso “l’osteria della lanterna”
Si apre un nuovo capitolo. Locale piu’ piccolo ed aperto solo la sera e fino a tardi
In un ambiente accogliente al contempo rustico ed elegante abbiamo proseguito nel rispetto della tradizione bolognese.
Dopo 10 anni di splendido lavoro in via savenella ci siamo trovati innanzi ad una esigenza di mercato assolutamente irrinuciabile ovvero la possibilita’ di mangiare all’aperto.
Cosi dopo lunghe ricerche abbiamo deciso di spostarci nuovamente in un locale con un bellissimo giardino estivo.
Biagi, oggi
Oggi biagi ha una nuova sede in un contesto storico ed uno spazio all’aperto nel cuore della citta’.
Il ristorante biagi oggi, si trova in via saragozza 65.
Siamo situati dentro le mura dell’ ultima cinta storica della citta a 50 metri da porta saragozza.
Questa porta sorge all’incrocio fra via saragozza e i viali di circonvallazione. Edificata per la prima volta nel xiii secolo, nel 1334 fu dotata di ponte levatoio. Per molti anni fu considerata un varco secondario e fu solo nel 1674, quando venne costruito il lunghissimo portico che dalla porta conduce fino al santuario della madonna di san luca, che porta saragozza acquisì particolare rilievo, venendo utilizzata come punto di partenza per le processioni verso il santuario (mentre in precedenza partivano da porta sant’isaia).
La porta ha assunto le attuali fattezze a seguito di una radicale ricostruzione avvenuta tra il 1857 e il 1859, guidata dall’ingegnere e architetto enrico brunetti rodati, il quale ne affidò il completamento all’architetto giuseppe mengoni, che ne ha totalmente modificato l’assetto originario con l’aggiunta dei torrioni cilindrici laterali collegati tramite un portico a un nuovo cassero centrale.
Il palazzo della nuova sede fu costruito contestualmente all’ultimo ammodernameto della porta ed e’ qui che abbiamo deciso di trasferirci.
Dista 10 minuti minuti a piedi da galleria Cavour o piazza maggiore con il vantaggio che si percorre tutto sotto i portici che conducono al santuario di San Luca.
Nelle immediate vicinanze c’e’ il parcheggio adiacente di porta saragozza e nella zona antistante al locale la possibilita’ di posteggiare.
Entrando nel ristorante si accede ad una prima zona d’ingresso con il bancone bar dove e’ possibile mangiare e bere ed affianco una prima saletta adiacente si sviluppa una la sala principale dalla quale si accede ad una zona riservata che e’ possibile renderla comujniicante o lasciarla isolata dal resto del locale.
Il reale motivo del trasferimento e’ il giardino ricavato da una grandissima corte interna e circondato da piante di gelsomini in mezzo ad alberi secolari.
La caratteristica di questo locale è un arredamento tipico del ristorante – osteria bolognese degli anni ’50 con un ambiente molto “caldo”.
Abbiamo scelto di concentrare il lavoro soprattutto alla sera dalle ore 20.00 in poi. sino alle ore 23 si puo cenare con un menu completo mentre dalle ore 23 in poi si riducono le scelte rd il locale si trasforma in una sorta di osteria bolognese dove è possibile mangiare scegliendo tra un numero ristretto di piatti del menu del ristorante e bere vini e liquori mentre si chiacchiera con gli amici.